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Col termine implantologia dentale ci si riferisce all’insieme di tecniche chirurgiche che mirano a riabilitare funzionalmente un paziente affetto da edentulismo totale o parziale. Solitamente si fa ricorso agli impianti dentali (dispositivi, metallici e non), inseriti chirurgicamente all’interno dell’osso mandibolare o mascellare o sopra di esso ma sotto la gengiva, per consentire la connessione di protesi, fisse o mobili, per la restituzione della funzione masticatoria.
Realizzati in titanio, un materiale biocompatibile che non crea reazioni o rigetti, gli impianti vengono posti nell’osso del paziente: i meccanismi fisiologici della rigenerazione ossea daranno vita al processo di osteointegrazione sia in caso di carico differito e sia in caso di carico immediato.
Assolutamente no. Viene eseguito in anestesia locale e pertanto non vi è alcuna sensibilità. un medico anestesista fornisce un servizio di sedazione cosciente per far rilassare il paziente.
A conclusione dell’intervento viene somministrata una dose di antidolorifici da continuare nei giorni seguenti per ridurre il disturbo post-operatorio.
Se durante la prima visita si individuano dei disturbi, occorre avere un quadro clinico più chiaro tramite un controllo ortodontico eseguito con strumenti diagnostici quali radiografie e fotografie. In tal modo è possibile stabilire quando iniziare una cura, quanto debba durare e che costi debba prevedere.
Tra gli esami diagnostici rientrano:
- esami fotografici
- impronte delle arcate dentarie e modelli in gesso
- ortopantomografia – OPT
La radiografia panoramica delle arcate dentarie è l’unico esame in grado di produrre una visione d’insieme dell’apparato dento-parodontale: su un’unica pellicola si ottengono l’immagine dei denti, delle arcate dentarie, delle ossa mandibolari, mascellari, dei seni paranasali e dell’articolazione temporo-mandibolare.
La radiografia panoramica può inoltre servire a studiare lo stato della dentizione in soggetti in età di sviluppo per indagare eventuali malformazioni, denti inclusi o lesioni ossee.
Il periodo va dai tre ai quattro mesi in base alla situazione analizzata dall’implantologo con lastre di controllo (endorali, panoramica o TAC dentale a seconda dei casi) nei mesi successivi all’estrazione.
Nel caso del carico immediato occorre inserire gli impianti nella stessa giornata dell’estrazione dei denti.
Solitamente non esiste un periodo “senza denti”, in quanto il paziente viene sempre fornito di una protesi provvisoria che sia mobile o fissa.
Comunemente chiamata chirurgia orale, la chirurgia odontostomatologica è la branca medica della chirurgia maxillo-facciale che ha come oggetto i disturbi odontoiatrici per cui si richiede un approccio chirurgico. Comprende sia interventi semplici e complicati, come l’implantologia e la parodontologia.
Le principali operazioni della chirurgia odontostomatologica sono:
Come i denti del giudizio, inclusi o parzialmente inclusi. Nei casi di mancanza di spazio sufficiente nell’arcata dentaria, alcuni denti rimangono parzialmente o completamente sommersi nell’osso o nella gengiva, crescendo in posizione scorretta. Questo è il motivo per cui spesso si ricorre alla rimozione dei denti del giudizio.
È la rimozione chirurgica dell’apice radicolare di un dente, ossia dell’area terminale della radice, per trattare un dente a polpa necrotica. La polpa è detta necrotica quando i nervi, le cellule e i vasi risultano “morti”.
Questo intervento molto comune spesso rappresenta la fase preliminare per operazioni quali innesti o impianti e rimozione di cisti.
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